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Home    2017    Aprile
26 Aprile 2017

Periartrite scapolo omerale: quando la spalla si blocca

miphsqtsnkie

La periartrite scapolo omerale è un’invalidante patologia che, purtroppo, la maggior parte delle persone provano almeno una volta nella vita.

Proviamo a scoprire cause, sintomi e cure della periartrite scapolo omerale.

Tutte le cause della periartrite scapolo omerale

La periartrite scapolo omerale è un processo degenerativo e infiammatorio dei tessuti in prossimità delle articolazioni della spalla.

La periartrite scapolo omerale può presentarsi in due forme:

  • forma acuta o della spalla dolorosa caratterizzata da un dolore acuto che si aggrava in poche ore e perdura per diversi giorni bloccando ogni movimento.
  • forma cronica il cui sviluppo è progressivo e l’entità del dolore percepito minore.

Entrambi i casi sono caratterizzati da un dolore che si aggrava quando si muove la spalla.

La normale reazione è, quindi, tenere ferma l’articolazione, fatto che favorisce la formazione d’aderenze che peggiorano il quadro generale rendendo col tempo impossibile ogni movimento

La periartrite scapolo omerale può avere cause diverse, sicuramente alcune ancora da scoprire, ma tra le principali si individuano:

  • traumi o microtraumi ripetuti nel tempo;
  • sollevamento costante di pesi;
  • posture scorrette;
  • alterazioni capsulo-legamentose;
  • criticità neuro vascolari;
  • predisposizione genetica

I sintomi della periartrite scapolo omerale

 I principali sintomi della periartrite scapolo omerale sono:

  • dolore alla spalla sia a riposo sia al compimento di semplici azioni;
  • blocco della spalla che si verifica quando ogni movimento è impossibile e si ha un dolore acuto;
  • spalla pseudoparalitica caratterizzata da un’incapacità di movimento che però non provoca dolore;

La diagnosi di periartrite scapolo omerale può essere effettuata grazie all’esame radiologico, completato da ecografia o risonanza magnetica.

In caso di periartrite scapolo omerale dalle lastre si evidenzierà la decalcificazione dell’osso unita a zone di necrosi e degenerazione della cartilagine in corrispondenza della spalla.

Cure della periartrite scapolo omerale

La periartrite scapolo omerale può essere curata in diverso modo in base alla sua gravità ed incidenza:

  • riposo totale per almeno una settimana;
  • assunzione di farmaci antinfiammatori;
  • intervento chirurgico per i casi cronici;
  • ricorso a sedute di osteopatia, ovvero una tecnica manipolativa volta ad allentare le tensioni muscolari per favorire il riposizionamento delle componenti articolari della spalla.

Il consiglio in più quando si è  in preda ad un attacco di periartrite scapolo omerale è effettuare impacchi di ghiaccio di circa 15 minuti ogni 2 ore alternati a impacchi caldi.

Il ghiaccio aiuta ad alleviare l’infiammazione, mentre il caldo favorisce il rilassamento dei muscoli.

24 Aprile 2017

Caduta dei capelli e primavera: corri ai ripari!

miphsqtsnkie

In primavera come, del resto in autunno, è molto probabile che si  accentui la caduta dei capelli.

Questo fenomeno, che prende il nome di effluvio, non deve preoccupare in quanto è del tutto normale, lo si potrebbe paragonare alla “muta di pelo” che avviene in maniera molto più consistente in altri mammiferi.

In generale, la caduta dei capelli primaverile si concentra in due 2 o 3 settimane, non bisogna allarmarsi ma sicuramente è bene mettere in atto qualche strategia che la limiti e che aiuti allo stesso tempo a rinforzare le chiome.

La vita del capello

Il ciclo vitale del capello prevede l’alternanza di tre fasi:

  1. anagen o fase di crescita, in cui il capello cresce di circa 1 cm al mese e la sua durata è di circa 6 anni ;
  2. catagen o fase d’involuzione, in cui il capello smette di crescere, la durata di 2 o 3 settimane;
  3. telogen o fase di riposo in cui il follicolo cessa ogni attività e il capello è ancorato ad esso da deboli legamenti intracellulari che presto verranno meno. La durata di questa fase è di 3 o 4 mesi.

La durata media della vita di un capello è, quindi, di circa 7  anni e si stima che ogni follicolo produca 20 capelli nel corso della sua vita.

Il numero di capelli che si perde durante la giornata varia e  dipende da diversi fattori tra cui:

  • sesso, la caduta è maggiore negli uomini;
  • stagione;
  • condizioni di salute individuali;
  • modalità di lavaggio e spazzolatura;
  • predisposizione genetica.

A prescindere, comunque, da fattori ereditari e ormonali i capelli risentono molto della qualità dell’alimentazione.

La dieta occidentale eccessivamente ricca di proteine, zuccheri, acidi e grassi animali a cui si unisce una strutturale carenza di vitamine indebolisce i capelli.

Per preservarne la loro salute e densità è importante optare per una dieta equilibrata e varia che includa frutta, verdura, cereali integrali, legumi, pesce e latticini a basso contenuto di grassi.

Caduta dei capelli primaverile: tutti i rimedi naturali

In primavera per limitare la normale caduta dei capelli puoi affidarti a dei rimedi naturali che ti aiuteranno, inoltre, a rendere ancora più folte e lucenti le tue chiome.

Scopriamo i principali rimedi naturali per la caduta dei capelli primaverile:

  1. assumere integratori alimentari ad hoc per la capigliatura;
  2. assumere integratori alimentari a base di lievito di birra utilissimi anche per combattere la stanchezza primaverile;
  3. bere con regolarità tisane a base d’ortica o di equiseto;
  4. applicare del succo d’aloe vera sul cuoio capelluto e lasciarlo agire, almeno, mezz’ora prima di lavarsi i capelli;
  5. utilizzare shampoo a base d’olio essenziale di rosmarino che stimola la circolazione periferica e favorisce la ricrescita dei capelli;
  6. Almeno 1 volta a settimana regalarsi un massaggio al cuoio cappelluto a base di olii essenziali. Miscelate in una boccetta col contagocce:

2 cucchiai d’acqua

3 gocce di olio essenziale di alloro

5 gocce di olio essenziale di salvia sclarea

5 gocce di olio essenziale di rosmarino

Esercitate con i polpastrelli una pressione decisa e mantenetela per cinque secondi. Terminate poi la pressione e ripetetela su tutta la testa.

Non vi resta, allora, che scegliere il rimedio o i rimedi che preferite|

Ricordate, inoltre, che il vostro farmacista di fiducia può aiutarvi nella scelta e consigliarvi la soluzione più adatta alle vostre esigenze.

21 Aprile 2017

Impara a leggere le analisi del sangue

miphsqtsnkie

Le analisi del sangue tramite un semplice e veloce prelievo possono rivelare molte informazioni importanti per valutare il nostro stato di salute e prevenire eventuali patologie anche gravi.

A prima vista, l’esito degli esami del sangue può sembrare incomprensibile a causa dell’infinita serie di sigle e numeri che lo compongono.

Ecco, una mini guida per imparare a leggere l’esito degli esami del sangue anche è sempre necessario farli visionare al proprio medico di fiducia.

Mini guida alla lettura degli esiti degli esami del sangue

In genere, se non vi sono problemi particolari da indagare, i medici di base effettuano una richiesta d’analisi del sangue standard in cui sono presenti le seguenti voci:

Globuli rossi (RBC) o eritrocitici

Cellule del sangue che trasportano ossigeno dai polmoni ai tessuti. Un valore alto può indicare malattie polmonari, malattie cardiache, tumori al rene, policitemia o forte disidratazione. Un valore basso, invece, può indicare leucemia, emorragie in corso,  insufficienza renale o  carenze nutrizionali.

Globuli bianchi (WBC) o leucociti

Hanno il compito di difendere l’organismo da attacchi esterni e per tale scopo producono anticorpi. Sono di diverso tipo (basofili, eosinofili, linfociti, monociti e neutrofili)  e  in base al rialzo di una o dell’altra tipologia si può capire l’origine dell’infezione in corso. Oltre alle infezioni, altre cause che comportano l’aumento dei globuli bianchi possono essere gravidanza, stress, uso di particolari tipologie di farmaci. La carenza di globuli bianchi porta a frequenti infezioni.

Ematocrito

Indica il rapporto percentuale tra i globuli rossi e plasma. Un valore alto può indicare malattie cardiovascolari, malattie polmonari, insufficienza renale, esposizione prolungata a monossido di carbonio o eccessivo fumo di sigarette, disidratazione.

Protrombina

Rappresenta il buon coagulamento nel sangue e varia molto in caso d’assunzione di farmaci anticoagulanti, diffusi soprattutto nella popolazione anziana o a rischio  di patologie cardiache. Un tempo di protrombina basso significa che il sangue coagula più velocemente.

Colesterolo totale

Indica la quantità totale di colesterolo HDL (ovvero quello buono)  e colesterolo LDL (cattivo) presente nel sangue. Il colesterolo HDL è lo “spazzolino delle arterie” in quanto aiuta a eliminare l’eccesso di grassi nelle arterie, mentre il colesterolo LDL  le ostruisce e può causare infarti e ictus.

Ferritina

Rappresenta la riserva di ferro a disposizione dell’organismo. Un eccesso di ferritina può essere generato da infezioni croniche, leucemia, neoplasie maligne, ipertensione arteriosa, obesità  o recenti trasfusioni di sangue. La carenza di ferro può comportare anemia

VES

Evidenzia la rapidità con cui i globuli rossi si depositano nel sangue e un suo aumento è in genere legato alla presenza d’infiammazioni in corso o altre patologie da investigare.

ALT o GPT

E’ un enzima indispensabile per il metabolismo delle cellule e un suo rialzo può essere causato da sforzi muscolari prolungati o da eccesso di alcool.

Glucosio

Indica la principale fonte d’energia delle cellule, varia in relazione agli alimenti introdotti ed è un valore fondamentale per diagnosticare un eventuale diabete.

Proteine totali

Indicano tutti i costituenti proteici del sangue e un loro basso livello può evidenziare patologie renali.

Creatinina

Evidenzia la capacità del rene di filtrare il sangue depurandolo dalla creatinina, in genera tale valore si alza in relazione a gravi malattie renali.

Azotemia

E’ un valore sempre collegato alla funzionalità dei reni e può variare in relazione alla quantità di proteine introdotte con la dieta.

Acido urico

E’ il valore relativo al prodotto terminale del metabolismo, ovvero le urine, e un suo eccesso può essere causato da una dieta troppo calorica o dal consumo eccessivo d’alcolici.

Molti di questi valori possono variare in base alla dieta tenuta nei giorni precedenti gli esami del sangue, se ad esempio se effettuano gli esami a ridosso di festività dove si è “esagerato” con dolci o grassi sarà probabile notare dei rialzi del glucosio o del colesterolo.

19 Aprile 2017

Segreto di benessere: il tarassaco e le sue proprietà terapeutiche.

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Il tarassaco è il protagonista di questo appuntamento con la fitoterapia,  pratica curativa che utilizza i principi attivi delle piante per alleviare diversi disturbi di salute.

Il tarassaco ha, infatti, notevoli proprietà terapeutiche e può essere un validissimo alleato della nostra salute.

Scopriamo, allora, tutte le virtu’ del tarassaco.

Tarassaco: lo “spazzino” delle tossine

Il tarassaco appartiene alla famiglia delle asteracee ed  è conosciuto con diversi nomi tra cui dente di leone, soffione, cicoria selvatica, cicoria asinina, girasole dei prati.

Il tarassaco è una pianta tipica del clima temperato e cresce spontaneamente nei prati, nei sentieri, ai bordi delle strade fino a un altitudine di 2.000 metri.

L’uso a fini terapeutici del tarassaco è conosciuto fin dall’antichità.

Nel medioevo secondo la Teoria delle Segnature, ovvero la dottrina che individuava nelle piante delle corrispondenze di colore e forma rispetto agli organi che potevano curare, questa pianta era usata come rimedio per il fegato in quanto il suo fiore era giallo come bile.

Tale proprietà è stata poi confermata da diverse evidenze scientifiche

Nella società contadina il tarassaco era, inoltre, conosciuto per le sue proprietà depurative e per questo chiamato  “piscialetto”, nome popolare ancora in uso in alcune zone.

Il tarassaco oltre che per in fitoterapia, viene utilizzato anche in cucina per preparare deliziose insalate primaverili che rappresentano un piacere sia per il palato che per la salute.

In alcune zone d’Italia è facile, inoltre, poter gustare i fiori di tarassaco fritti.

Tarassaco: lo “spazzino” delle tossine

Le proprietà benefiche del tarassaco, sono moltissime, tra le principali vi sono:

  • proprietà diuretica dovuta alla concentrazione di flavonoidi e importante per combattere ritenzione idrica, cellulite e ipertensione;
  • proprietà depurativa grazie alla stimolazione degli organi emuntori ovvero fegato, reni e pelle preposti alla trasformazione delle tossine nella forma più adatta alla loro eliminazione;
  • proprietà digestive derivanti dal suo sapore amarognolo;
  • proprietà epatoprotettiva per lenire stati d’insufficienza epatica o calcoli biliari;
  • proprietà immunoprotettiva e di potenziamento della risposta immunitaria agli attacchi esterni.

Come assumere il tarassaco

Il tarassaco può esser assunto sotto forma di:

  • capsule o compresse
  • tintura madre
  • tisana

Il suo acquisto è possibile nelle farmacie con reparto fitoterapico.

Controindicazioni

L’assunzione di rimedi fitoterapici a base di tarassaco è controindicato in caso di:

  • gastrite;
  • ulcera e calcolosi biliare;
  • ipotensione

Sono, inoltre, possibili interazioni con farmaci diuretici e con i FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei)

Prima d’avvalersi di questo antichissimo rimedio è, quindi, importante chiedere consiglio al proprio farmacista di fiducia o al medico di base.

17 Aprile 2017

Sei KO per il cambio di stagione?

miphsqtsnkie

L’arrivo della primavera ci regala il risveglio della natura, l’allungarsi delle giornate, le prime giornate tiepide ma anche parecchi fastidiosi disturbi di salute.

Il cambio di stagione, infatti, non è accolto da tutti con gioia in quanto a cavallo tra inverno e primavera è facile soffrire di:

  • nervosismo;
  • apatia;
  • stanchezza;
  • malinconia;
  • dolori articolari;
  • mal di stomaco;
  • insonnia e…molto altro.

Tutti questi disturbi, a cui si sommano ansia e stress per il peggioramento delle proprie condizioni di salute, vengono definiti “sindrome del cambio di stagione”.

In genere si è più sottoposti a questo tipo di sindrome dai cinquant’anni in su, ma possono risentirne anche le persone più giovani e in particolare le donne.

Già Ippocrate, il padre della medicina, nel V secolo A.C. aveva ipotizzato che il clima potesse influire negativamente sul benessere dell’uomo.

Secondo studi scientifici recenti, le variazioni climatiche e di temperatura influenzano i neurotrasmettitori come la serotonina, responsabile del nostro umore.

L’arrivo del caldo induce, inoltre, una variazione delle funzioni endocrine, ad esempio la maggiore esposizione alla luce varia il livello di melatonina ormone coinvolto nella regolazione del sonno.

Sicuramente, si può verificare una certa difficoltà ad adattarsi ai nuovi ritmi biologici, cercate però di non drammatizzare la situazione ma vivetela con consapevolezza.

Accettate questi disturbi senza colpevolizzarvi, ma anzi concedendovi qualche “coccola” e mettete in pratica delle semplici strategie per vivere al meglio anche questo cambio di stagione.

Consigli per superare il cambio di stagione.

Per superare il cambio di stagione,  anche se non soffri di particolari disturbi, è buona norma adottare qualche abitudine pro-benessere, scopriamo insieme quali:

  • assumete tisane  a base di biancospino, tiglio o valeriana veri e propri sedativi naturali;
  • assumete un integratore multivitamico multiminerale a base  magnesio, zinco, ferro, calcio, potassio  e di  vitamine A, B e C, una carica d’energia è sicuramente sempre positiva per il nostro benessere;
  • bevete almeno 2 litri d’acqua al giorno, ottima abitudine a prescindere dalla stagione ma, soprattutto, quando le temperature iniziano ad aumentare e con esse il rischio di disidratazione;
  • limitate fritti, caffeina, teina, alcool e sigarette, la bella stagione può rappresentare un’ottima occasione per abbracciare uno stile di vita più sano;
  • mangiate molta frutta e verdura di stagione;
  • cercate di dormire almeno otto ore per notte per preservare i ritmi sonno-veglia;
  • iniziate un’attività sportiva possibilmente aerobica e da svolgere all’aria aperta, grazie al conseguente rilascio d’endorfine si può considerare un vero e proprio toccasana per l’umore.
13 Aprile 2017

Tutte le regole per convivere con la psoriasi

miphsqtsnkie

La psoriasi è, purtroppo, un’invalidante e diffusa patologia, sebbene se ne parli poco.

Si stima che in Italia le persone affette da psoriasi siano 2,5 milioni, di cui l’80% ne soffrono in forma moderata mentre il restante 20% è affetto da una forma più grave che può, addirittura, richiedere l’ospedalizzazione.

Cerchiamo di capirne di più.

Cos’è la psoriasi

La psoriasi è un’infiammazione cronica della pelle che forma chiazze ispessite e arrossate coperte da squame di colore grigio denominate placche.

Tali scaglie si formano e accumulano in superficie in quanto le cellule dello strato superiore della pelle si riproducono ad una velocità accelerata rispetto al normale.

La pelle in prossimità delle articolazioni può, inoltre, fessurarsi aggravando il quadro clinico generale del paziente.

Le parti del corpo più spesso colpite dalle placche sono:

  • gambe;
  • pianta del piede;
  • braccia e mani;
  • viso;
  • cuoio capelluto.

Le persone affette da psoriasi possono soffrire d’ ulteriori disturbi come:

  • dolore e prurito;
  • difficoltà di movimento articolare;
  • stress emotivo.

La psoriasi, inoltre,  se trascurata può causare malattie cardiache di una certa rilevanza.

Sicuramente la psoriasi rappresenta una malattia complessa, per molti aspetti invalidanti e con risvolti psicologici importanti ma perlomeno la buona notizia è che non è contagiosa.

Le cause della psoriasi

Le cause che concorrono a scatenare  la psoriasi possono essere molteplici:

  • predisposizione genetica;
  • situazioni psicologiche ed emotive d’intenso stress;
  • assunzione di farmaci come fans o betabloccanti;
  • obesità;
  • abuso di alcool o fumo;
  • alimentazione scorretta.

Soffri di psoriasi? Scopri alcune semplici regole per alleviarla

La psoriasi è una malattia molto complessa da curare e la scelta della terapia varia in relazione alla gravità dell’attacco, alla frequenza delle recidive, alla risposta del paziente ecc.

Le cure possono, quindi, variare da terapie topiche con emollienti fino, addirittura, all’ospedalizzazione.

Scopriamo, quindi, quali possono essere delle semplici regole comportamentali da mettere in pratica quando si è affetti da psoriasi per alleviare i sintomi:

  • idratare sempre la pelle, più questa è secca più si acuiscono i sintomi;
  • per la pulizia e cura del corpo e della pelle utilizzare solo prodotti idonei a pelli sensibili o comunque consigliati dal vostro farmacista;
  • per il bagno e la doccia prediligere acqua tiepida e non calda, quest’ultima dopo un’iniziale sensazione di sollievo peggiora drasticamente la situazione;
  • dedicare del tempo ad un’attività sportiva per migliorare i livelli di stress e ansia;
  • dedicarsi quando e per quanto possibile a dei bagni di sole, vero e proprio amico chi di soffre di psoriasi;
  • controllare l’umidità degli ambienti nei quali si trascorre la maggior parte della giornata, un’aria troppo secca può influire negativamente sul prurito.

La prevenzione e cura della psoriasi necessitano di un approccio olistico che integri cure e conoscenze al fine di garantire al paziente una vita dignitosa e alleviarne i pesantissimi disagi e risvolti psicologici.

 

 

 

 

11 Aprile 2017

Cosa sono e a cosa servono i Fiori di Bach?

miphsqtsnkie

I fiori di Bach sono un efficace e diffuso rimedio per curare numerosi malesseri, scopriamone di più!

Alle origini della Floriterapia

La floriterapia è una pratica curativa ideata dal medico inglese Edward Bach nella prima metà del 1900.

Bach analizzò e studiò i messaggi vibrazionali dei diversi fiori che crescevano spontanei in Galles per creare un sistema di cura volto a riequilibrare le emozioni negative responsabili di fastidiosi disturbi.

Le origini della floriterapia si possono rintracciare nella fitoterapia branchia della medicina naturale che si avvale dei principi attivi delle piante per favorire il benessere psicofisico e alleviare diverse patologie.

L’utilizzo di rimedi fitoterapici si perde nella notte dei tempi, ed è plausibile considerarli come le prime pratiche curative utilizzate dall’uomo.

Ad ogni latitudine i nostri antenati usavano, infatti, gli estratti delle piante per curare ogni tipo di malattia.

Fitoterapia e floriterapia sono, comunque, due pratiche distinte le cui caratteristiche si possono sintetizzare come segue:

  • fitoterapia utilizza estratti di piante macerati, essiccati e diluiti in soluzioni idroalcoliche per curare problemi fisici;
  • floriterapia utilizza il messaggio di guarigione dei fiori, non quindi parti fisiche di questi,  per curare le emozioni.

Capiamo, quindi, meglio la logica e i risultati del sistema elaborato dal Dr. Bach, ovvero i Fiori di Bach.

Scopriamo i fiori di Bach

I fiori di Bach curano gli stati d’animo e le reazioni agli eventi e non le malattie.

I fiori di Bach intervengono sulle emozioni come rabbia, paura, scoraggiamento ecc.  provate quando si verificano determinate situazioni.

In base all’emozione provata viene prescritto il fiore utile in quel momento.

I fiori di Bach sono una terapia vibrazionale che considera i principi energetici presenti in ogni fiore e non i principi attivi riscontrabili tramite un’analisi chimico-fisica.

La logica su cui si basa questo sistema curativo è, quindi, antichissima.

Nei secoli scorsi gli erboristi non avevano a disposizioni sistemi d’analisi per individuare i principi attivi dei fiori ma si  basavano sul loro aspetto e… sull’intuito.

Fiori di Bach: tipologie

Bach divise i 38 fiori da lui scoperti, in sette gruppi distinti in base alle emozioni su cui devono agire:

  • fiori per la paura indicati per chi è attanagliato dalla paura e, quindi, bloccato e paralizzato in ogni azione o iniziativa;
  • fiori per coloro che soffrono l’incertezza idonei per chi ha perso fiducia nella strada intrapresa e quindi resta immobile in preda a sfiducia e dubbi;
  • fiori per l’insufficiente interesse per il presente adatti per chi divaga con la mente verso il passato o il futuro e non vive il presente;
  • fiori per la solitudine e l’allontanamento dall’amore in ogni sua forma indicati per chi vive l’amore in modo sbagliato, per chi è troppo egocentrico o insofferenti agli altri;
  • fiori per l’ipersensibilità alle influenze e alle idee, adatti per chi tende a dipendere totalmente dagli altri o avere atteggiamenti d’eccessivo servilismo;
  • fiori per lo scoraggiamento o la disperazione idonei a curare questi sentimenti in tutte le loro espressioni;
  • fiori per la preoccupazione eccessiva per il benessere degli altri,  indicati per chi dimostra un eccessiva attenzione verso il prossimo, preoccupandosi anche quando non necessario.

Assunzione

I fiori di Bach possono essere assunti  singolarmente o in associazione in base alle diverse problematiche da curare.

In genera, la dose è di 6 gocce disciolte in acqua, succo di frutta, caffè o te per 4 volte al giorno.

Un fattore importante per la buona riuscita della cura è che l’assunzione sia distribuita durante tutto l’arco della giornata: al risveglio, al mattino, al pomeriggio e prima di dormire.

La terapia dura almeno 3 mesi, ma già dopo pochi giorni è possibile sentire i primi benefici.

I fiori di Bach sono acquistabili farmacia e per la loro assunzione è consigliabile chiedere informazioni e parere al proprio farmacista di fiducia che sicuramente saprà indicare il fiore o il mix di fiori più idoneo.

Questi fiori non hanno effetti collaterali e possono essere assunti anche da bambini, donne in gravidanza, persone anziane o addirittura animali.

 

 

7 Aprile 2017

Stitichezza: vincila con i rimedi naturali

miphsqtsnkie

La stitichezza è un disturbo sgradevole e, purtroppo, alquanto diffuso.

Per alcuni si tratta di un fastidio che si presenta raramente e solo in particolari occasioni, per altri invece è una costante, proviamo a capirne di più.

Quando si soffre di stitichezza?

La stitichezza è una condizione che si verifica quando l’intestino non funziona regolarmente.

A volte si abusa di questo termine, ma la vera e propria stitichezza si ha quando non si riesce a defecare per almeno 3 giorni.

La normale evacuazione di un soggetto sano varia, infatti, da 3 volte a settimana fino a 3 volte al giorno.

Stitichezza prevenzione e rimedi naturali

Per prevenire la stitichezza è sicuramente importante avere uno stile di vita sano che includa:

  • una dieta varia e ricca d’alimenti contenti fibra come legumi, pasta e riso integrali, carciofi, melanzane, cavoli, pere, mele, fichi e frutta secca;
  • l’assunzione di almeno due litri d’acqua al giorno;
  • un’attività fisica regolare;

e tenere presenti questi semplici accorgimenti:

  • durante la defecazione evitare sforzi eccessivi che minano la coordinazione dei meccanismi fisiologici involontari e volontari coinvolti;
  • mentre si sta evacuando, appoggiare i piedi su un piccolo sgabello in modo da portare le ginocchia sopra la linea dei fianchi.
  • allenare con piccoli esercizi di contrazione i muscoli addominali e quelli del pavimento pelvico, il loro corretto funzionamento è necessario per assicurare lo svuotamento completo del retto durante la defecazione.

Se, nonostante, lo stile di vita sano l’intestino tende ad essere ancora  pigro, ecco qualche rimedio naturale per vincere la stitichezza occasionale:

  • Al risveglio, sorseggiare lentamente una tazza calda d’acqua aggiungendo del succo di un limone.
  • Dopo cena,  bere un bicchiere d’acqua in cui sono stati  disciolti 1 o due cucchiai di sali di epsom o sali inglesi, che favoriscono la depurazione e sono un vero toccasana anche per i problemi digestivi.
  • Bere quotidianamente acqua di cocco, un efficace rimedio per favorire i movimenti peristaltici e allo stesso tempo abbassare i livelli di colesterolo.
  • Bere succo d’aloe vera che aiuta a normalizzare le secrezioni intestinali.
  • Consumare una volta al giorno due cucchiai di semi di lino che hanno un effetto coadiuvante per il transito intestale.
  • La sera regalarsi un momento di relax bevendo una tisana lassativa. Le più efficaci sono a base di psillio, tarassaco, finocchio o sambuca.

In caso si renda, comunque, necessaria l’assunzione di lassativi chiedete consiglio al vostro farmacista di fiducia che vi saprà indicare il prodotto più idoneo alle vostre esigenze.

5 Aprile 2017

Pillole dell’Amore: benefici e controindicazioni

miphsqtsnkie

Le pillole dell’amore rappresentano un’importante scoperta scientifica per curare l’impotenza e le disfunzioni erettili e restituire la virilità perduta a migliaia di uomini, il tutto senza particolari effetti indesiderati. Questa è senza dubbio un’ottima premessa!

Impariamo a conoscere meglio le pillole dell’amore, i loro benefici e controindicazioni senza fermarci ai luoghi comuni e alle informazioni fuorvianti che spesso si colgono nei discorsi di tante persone.

Come funzionano le pillole dell’amore

I farmaci orali per curare l’impotenza e le disfunzioni erettile sono una conquista abbastanza recente, la loro commercializzazione risale al 1998.

L’obiettivo delle pillole dell’amore è inibire un enzima, la fosfodiesterasi 5, che blocca l’erezione.

L’inibizione di tale enzima è utilizzata, anche, per curare  gravi patologie croniche come l’ipertensione polmonare idiopatica, lo scopo originario del Viagra era, infatti,  questo.

Le pillole dell’amore non inducono  un’erezione diretta e passiva, ma preservano la componente del desiderio sessuale e del ruolo della donna che continua ad essere e sentirsi protagonista dell’atto sessuale.

Questo sicuramente ha notevoli ripercussioni positive sul benessere della coppia e sulla preservazione dei suoi meccanismi.

Le pillole dell’amore sono un valido supporto per curare i sintomi del  deficit erettivo ma non servono per eliminarne le cause, quindi il loro funzionamento è limitato al tempo d’assunzione.

Tutti i tipi  di pillole dell’amore

Attualmente ci sono diverse pillole dell’amore in commercio e questo  ha comportato un  notevole calo del loro prezzo.

Le pillole dell’amore ora in commercio sono:

  • Viagra, nato come cardioprotettore è il capostipite di tutte le pillole dell’amore
  • Cialis è conosciuto come pillola del weekend  in quanto il suo effetto dura 36 ore ma diventa efficace dopo due ore dall’assunzione.
  • Levitra è una pillola  di nuova generazione, fa effetto dopo mezz’ora dall’assunzione e la sua durata è di 8-10. Questa pillola soddisfa in particolar modo il requisito di riservatezza di chi la prende, in quanto è orodispersibile e si scioglie direttamente in bocca, caratteristica da cui nasce l’appellativo di “mentina dell’amore”.
  • Spedra è l’ultimo nata tra le pillole dell’amore ed è un farmaco totalmente Made in Italy. La sua peculiarità è la capacità d’intervenire solo sull’enzima PDE-5 abbassando notevolmente il rischio d’effetti collaterali.

Le controindicazioni

Le pillole dell’amore possono avere fastidiosi ma non letali effetti collaterali tra cui:

  • visione sfocata dei contorni delle figure;
  • cefalea;
  •  rossore al viso;
  • mal di schiena, soprattutto in caso d’assunzione del Cialis.

Di solito questi effetti collaterali si presentano in meno del 10% dei pazienti e scompaiono dopo un qualche somministrazione.

La pastiglia Spedra non ha, praticamente , effetti collaterali.

Le pillole dell’amore non vanno mai assunte in caso di:

  • cardiopatie;
  • assunzione di nitrati;
  • retinite pigmentosa;
  • ictus pregresso o recente;
  • ipotensione;
  • ridotta funzionalità epatica.

E’ importante comunque assumere le pillole dell’amore solo su prescrizione medica  e non confonderle, come spesso accade, per afrodisiaci solo per rinforzare l’autostima maschile.

3 Aprile 2017

Segreto di benessere: l’artiglio del diavolo

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Questo mese l’appuntamento con la fitoterapia, ovvero la branca della medicina naturale che sfrutta le proprietà terapeutiche della piante, ha per protagonista: l’artiglio del diavolo.

Impariamo a conoscere tutte le proprietà benefiche di questo potente alleato della nostra salute.

Artiglio del Diavolo: dalla savana alla farmacia

L’artiglio del diavolo è una pianta tipica della savana africana e cresce in terreni sabbiosi dove vi è scarsa vegetazione.

Probabilmente il nome d’artiglio del diavolo è dovuto ai suoi frutti dotati di spine uncinate dolorosissime se vengono calpestate e, addirittura, mortali per molti piccoli animali che vi restano incastrati.

Da secoli, popolazioni africane come boscimani, ottentotti e bantu utilizzano l’artiglio del diavolo per curare problemi digestivi,  forme reumatiche, artriti e ferite.

In Europa, l’artiglio del diavolo venne introdotto solo all’inizio del Novecento e, dapprima, fu utilizzato come ingrediente  negli amari per favorire la digestione.

Solo successivamente il suo utilizzo si ampliò anche al trattamento dei dolori articolari.

Artiglio del Diavolo: tutti i benefici

La radice d’artiglio del diavolo ha diverse importanti proprietà benefiche per la nostra salute, tra cui:

  • proprietà antinfiammatoria
  • proprietà analgesica
  • proprietà digestiva
  • proprietà ipocolesterolemizzante

L’artiglio del diavolo può avere effetti positivi e lenire molti fastidiosi disturbi o patologie come:

  • artrite reumatoide
  • reumatismi
  • mal di schiena e sciatica
  • mal di testa da artrosi cervicale
  • tendiniti
  • gotta
  • problemi digestivi
  • dolori mestruali
  • dolori intestinali di origine nervosa.

L’assunzione d’artiglio del diavolo è ampiamente diffusa, anche, nel mondo dello sport come alternativa a farmaci antidolorifici tradizionali che potrebbero far risultare positivi al doping.

L’artiglio del diavolo può essere assunto per via orale sotto forma di tintura madre, capsule o compresse.

Vi sono, inoltre, pomate  e gel a base d’artiglio del diavolo per uso esterno.

Artiglio del diavolo, tutte le controindicazioni

L’artiglio del diavolo è in genere ben tollerato e la sua assunzione non presenta spiacevoli effetti collaterali.

Tuttavia, l’uso d’artiglio del diavolo è sconsigliato in caso di:

  • gastrite
  • ulcere gastriche o duodenali
  • assunzione concomitante ad altri antiinfiammatori
  • gravidanza e allattamento

Di preferenza, inoltre, questo rimedio andrebbe ingerito  durante i pasti o, comunque, a stomaco pieno.

Prima d’iniziare un trattamento con l’artiglio del diavolo è bene consultarsi con il proprio farmacista di fiducia che saprà consigliare il prodotto e le dosi più idonee a risolvere o lenire il problema.

 

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